mercoledì 6 giugno 2012

Innamorarsi di corsa

14. 30 Aprile, 15:00 - Leggermente nuvolo
Le città attraversate da un fiume sono molto più vive delle altre.
Francoforte, come Roma e Firenze... uhm... si, sto a dì na cazzata!
Se penso a Torino e Verona non lo direi sto concetto.
Ma mettiamo che non conosco abbastanza Torino e Verona ed evito la lapidazione.
Ok, siamo al momento delle banalità...
Quello che vedo qui a Francoforte è che il fiume è molto vissuto nel quotidiano.
Sia perchè è più grande del nostro Tevere e Arno (ad esempio), sia perchè ai suoi lati ci sono piste ciclabili, panchine, prati, alberi, parchi giorchi, chioschi e una volta ci passava anche il tram.
Le sue sponde sono molto più basse delle nostre e penso sappiano il fatto loro visto che a poco più di due metri di altezza ci stanno i musei.

Camminavo lungo il fiume finchè era possibile. Avevo in testa di non fermarmi.
Ad un certo punto mi superò una corridrice in calzoncini neri e canotta rosa... di cui mi innamorai subito!
Un magnetismo che non sentivo da tanti mesi.
Iniziai a seguirla e a non perderla di vista accelerando il passo.
Lei arrivò ad un muro e ne fui felice perchè sarebbe tornata indietro e l'avrei vista in viso.
Pensai al tipo di saluto o pretesto da sfoggiare; fantasticavo insomma.
Con grande sorpresa il muro nascondeva una scaletta.
La ragazza bionda, capelli raccoli, salì e sparì in una zona dove stavano costruendo un nuovo grattacielo.
La seguii sapendo che tutto questo era ridicolo.
Pensai di averla persa poi la vidi ferma sul ponte della ferrovia.
Salii anche io ma lei ripartì a camminare e scese dall'altra parte del fiume per riprendere a correre verso la città.
E sì che mi ero preparato le peggiori citazioni di Fabio Volo (tanto qui mica lo conoscono): "Ciao, sono uscito a fare due passi nel mondo ed è una vita che ti aspetto..."
Vabbè, come un sogno lascaii andare, lascai s-correre.
Razionalmente mi ripresi e andai dalla parte opposta a proseguire la passeggiata.
Ero lontano dal centro; arrivai nella zona dei club nautici.
Tutti molto chic.
Vidi una coppia nell'ultimo tavolo. Sembravano turisti ed ognuno leggeva riviste.
Dopo 15 minuti tornai indietro sulla stessa strada per tornare in città.
La scena era molto diversa: parlavano.
Anzi, lui parlava e lei fingevsa di ascoltare solo che la sua faccia era emblematica; di una che ha sbagliato qualcosa, tipo dove si trovava e dirigeva lo sguardo verso terra, verso un punto sconosciuto.
Mi sono venuti subito in mente gli Offlaga Disco Pax: "Perchè lo faccio? Non vedi che io non ci vorrei stare qui?"
Lui niente.
Continuava a parlare cercando di infondere interesse.
A me sembrava un giovane chirurgo che stava raccontando la sua prima operazione di asportazione di prostata. Elettrizzante!
Mi sono cercato una panchina e mi riposato un po' aspettando che ripassasse "un tram chiamato desiderio", che tradotto è "un'altra corridrice in short" diretta in città a darmi le energie per rialzarmi e fare questi 3 km a piedi.

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