mercoledì 30 maggio 2012

La musica che gira intorno

11. 28 aprile, 23:59 - luna nuova
Anche questa sera la stanchezza ha il sopravvento dopo cena e la città di sera non la vedo.
Finiamo tra divano, chitarra e youtube a sentire musica italiana.
Aggiorno Antonio, quasi lo istruisco :-), sui gruppi italiani validi attualmente che deve tenere d'occhio. Oltre ai preferiti comuni Diego Mancino e Bobo Rondelli ascoltiamo Offlaga disco pax, perturbazione, kutso, Valerio Millefoglie, Calibro 35 e Pilar.
La cosa che mi sconvolge un po', e anche se il mio ex collega me lo ripete ogni tanto ma faccio fatica ad accettarlo e memorizzarlo, è che in Germania la GEMA, tipo la nostra SIAE, fa bloccare un sacco di video musicali ufficili sul Tubo. Le versioni live o di cantanti poco famosi passano ma già per vedere Cristina Donà o Steve Vai (ammazza che confronto) è impossibile.
Google ci ha provato a fare ricorso contro sta Gema ma ha perso.
Ma nel 2012 una censura così forte, perchè questa è censura, che senso ha?
Non hai i tornelli in metrò e l'obbliteratrice sui mezzi e ti sputtani il senso di civiltà così?
Poi però non fai una piega ed è permesso fare pubblicità sulle sigarette (cose pazzesche per noi)?
O vendere mignon di qualunque alcoolico come fossero mini croissant prima di uscire dal supermercato...
Anche oggi mi avete sorpreso!

giovedì 24 maggio 2012

Il peso delle monete

10. 28 Aprile, 21:00 - Luna crescente
Sarà che siamo in Germania, sarà che favevano quasi 30 gradi in questi giorni ma a Francoforte bevono dalla mattina!
Usciamo prima delle undici e camminando vedo un signore che sta all'ingresso di un locale bar edicola con davanti una bottiglia di Weiss. Però alle 10:48 non c'erano 30 gradi... e allora sarà che siamo in Germania.
Dopo aver divorato un traditional "qualcheccosa" wurst - salsiccia speziata - sul LungoMeno siamo andati a fare una cosa ancora più turistica...
Piccola parentesi: birra tipica locale sul fiume- prodotta qui - 3.80€ mezzo litro. Questi sò prezzi!
Dicevo, oggi si fa una cosa turistica: abbiamo preso l'ebberlwei express. Un tram folkloristico, anzi tipoco, di Frankfurt che in un'ora fa il giro della città offrendo mini brezel, salatini delle feste improvvisate, e vino di mele.
Questo vino di mele ricorda il peggior moscato dei miei peggiori capodanni, che fortunatmente sono stati pochi.
Io capendo la fregatura ho preso quello allungato con acqua. Ho assaggiato anche quello non tagliato di Antonio... pure lui ha passato qualche capodanno con i peggiori moscato.
Anche oggi arriva il giapponese di turno. Questo si è prestato di farci la foto tipica da turista che ci stavamo facendo con l'autoscatto. In verità era per attaccare bottone.
Quando ha saputo che eravamo italiani ci ha detto che era stato a Roma e ha tirato fuori una specie di fumetto manga giapponese-italiano con le frasi nelle due lingue; è partito dalla prima prima: "Buongiorno, buonasera, come stai? Come ti chiami?". E noi educatamente abbiamo risposto.
Lui ha continuato a leggere: "Io mi chiamo..." e ha fatto una pausa di qualche secondo!
Ma come?! manco ti ricordi come ti chiami? Lo devi leggere?
Poi ha risposto "Oki".
Antonio da previdente gli ha fatto un po' di domande sul libro manga-vocabolario e siamo riusciti a farlo chiudere. Diciamo che non saremmo riusciti a resistere ad un'altra pagina da primo giorno di scuola.
Fortunatamente Oki è passato ad attaccare bottone con due altri turisti e ci siamo salvati del tutto.
Scesi dall'ebbelwei abbiao aspettato il tram che portava bella zona nord-est, Bornheim, una volta abitata dalla classa operaia ed ora, secondo la guida online lonely planet - dopo essersi fumata una canna, quartiere bohemien (come se bastasse sbagliare qualche lettera...)
Ma perchè l'operaio è stato mai bohemien? Con tutto quello che succede, per quello che guadagna, le tasse continue, i diritti negati, i turni di lavoro. Tutto questo è bohemien? O forse bohemian rhapsody?
La zona è molto carina, con i negozietti, i vicoli e i tedeschi fuori dai bar a vedere le partite di pallone come se fossero già iniziati gli europei.
Nelle altre zone della città questo non si è visto. Qui è molto più Londra. Molto più tifoseria schierata!
E infatti Antonio, che arriva da due anni passati a Londra, apprezza molto.
Camminando per le vie avvisto un negozio che vende fotografie panoramiche di Francoforte e mi chiedo perchè ancora non ne ho fatte visto che gli spazi e gli scorci lo permettono.
Guardo i prezzi di queste stampe e vedo che sono da capogiro: 350€ l'una. Sono lunghe 1 metro ma mi sembra esagerato. A proposito di prezzi toccherebbe aprire una ferramenta import-export con l'Italia... Casaualmente ho visto il prezzo di una serratura tipo europeo-mappato per casa: 149€!!! Santo cielo, l'altro giorno l'ho pagata 30€ da noi. Questi sò pazzi.
Apriamo i lparadiso della serratura a Francoforte vi prego.
Tornando alle stampe panoramiche... una ci colpisce: è la piazza famosa in tutto il mondo con il simbolo dell'euro. Ma il nostro fotografo, e non si capisce se è scemo o un genio, si è posizionato per la foto in un punto, l'unico di tutta la piazza, in cui l'euro viene impallato da un albero. Trooooopo bohemien!
Quello che mi fa ricredere sulla genialità del fotografo è il prezzo: 149 euro.
Aquile pure quelli del negozio. Solo dopo la stampa hanno capito la cazzata.
Però, forse, a uno di questi attivisti di occupy Frankfurt che stanno in quella piazza da ottobre 2011 potrebbe essere come un sogno: l'euro sparito, eclissato, naturalizzato! Solo che la foto è così antecedente che non ci sono nemmeno loro con le tende e gli striscioni a protestare.
Tutto ciò mi sembra un falso storico, una cosa da negazionisti bipartisan.
Roba da Grecia post crisi...
- "Comanda l'euro"
- "No comanda la dracma"
- "Ma non era stata ritirata?"
- "Era solo nascosta!"

Antonio e la coda del tram

mercoledì 23 maggio 2012

Somiglianze

09. 28 aprile, 9:00 - Soleggiato
Stanotte ho quasi sognato tutti i miei colleghi.
I luoghi del sogno li avevo già sognati ed anche alcune situazioni, tipo l'allagamento di un locale per colpa nostra.
Penso di averli sognati perchè con Antonio si parlava e confrontavano i nostri impieghi  e le situazioni aziendali. E soprattutto di lasciare qui il curriculum per una posizione appena liberatasi come webmaster.
Ho sognato anche il ristorante indiano dove conobbi per la prima volta Anna, la mia ex.
Non ci avevo mai pensato ma ha dei caratteri ed un portamento molto nordeuropeo.
Lei ama l'inghilterra, e infatti insegna inglese, ma ieri ho incrociato un sacco di ragazze che le somigliavano...
La sto cercando io idealmente? Mah, non so. Col mio subconscio non parlo mai.
Troppo sub.
Ho incrociato anche due ragazze che assomigliavano alle mie amichette Mary e Kikka.
Certo è che ieri sera parlando del tempo passato Antonio se ne è uscito con un "Chi? Quella del Mac?".
Io sono rimasto bloccato con davanti agli occhi questo hamburgher per dieci secondi e non capivo; non riuscivo a collegare. Che cosa c'entra Anna con un panino?!
Poi si è spiegato meglio: "non ti aveva regalato un macintosh?"
Ah, sì. Mi regalò il suo Mac bianco. Che poi gli ho ridato. Ma chissà perchè quando hai voluto bene a una persona certe relazioni persona < > oggetto non le riesci a risolvere... manco davanti a un panino o una birra.

Niederrad - zona residenziale

martedì 22 maggio 2012

Un'altra mentalità

08. 27 aprile, 23:59 - Leggermente lunare
Abbiamo bevuto la birra finalmente. Dopo quasi un anno.
L'amicizia è una gran cosa... e una gran cosa è lo stipendio che prende Antonio!
Non per essere veniali ma in Italia ci stanno davvero massacrando.
In germania le tasse sono superiori ma il netto che porti a casa è comunque il doppio che da noi.
Mica devi pagare migliaia di persone che non fanno nulla, pagare... pardon strapagare... politici, portaborse, mogli e amanti, cugini...
Non hanno la cultura a fregare gli altri. In metropolitana e nelle stazioni del treno, per dire, non ci sono i tornelli (su avete letto bene) e le obliteratrici. Eppure tutti fanno il biglietto alle macchine self service.
Anche sul tram non te devi menà per arrivare all'obliteratrice. Ogni tanto salgono i controllori a controllare e basta.
A ripensarci avere creduto gratuita la navetta che va dell'aeroporto alla stazione dei treni, solo perchè non avevo visto come timbrare il biglietto, fu un vero errore, anzi un furto, all'italiana :-)
Francoforte inizia a sorprendermi, non fosse per la lingua altrimenti avrei scritto "Frankfurt beginnt zu begeistern" (grazie google translate)



UPDATE....
Il resto dei capitoli nel mio nuovo libro!
Me felice :-)

mercoledì 16 maggio 2012

Le tedesche

07. 27 aprile, 16:30 - soleggiato
Va aperto un piccolo capitolo sulle tedesche, comunque. Perchè è da ore che ci penso, da quando sono sceso in territorio straniero.
Le tedesche sono belle, innegabile. Non tutte ma moltissime. Non parlo  di bellezze tipo top model o miss universo.
Io preferisco sempre le italiane le quali si mangiano le avversarie... ecco, a parte la mora e la bionda passatemi davanti ora...
Dicevo che le tedesche hanno degli occhi e dei sorrisi che a me personalmente fanno tornare indietro di oltre vent'anni e alle prime vacanze da adolescente a riccione.
Sia ben chiaro che non sto puntando le sedicenni di Francoforte... semmai le madri e le sorelle più grandi... ma non sono qui per questo.
Mi sembra però di aver ritrovato qualcosa, un senso di bellezza innocente e quasi primordiale, tanto più che come allora il tedesco non lo conosco e il primo approccio può essere stabilito appunto con sguardi e sorrisi.
Non ho ancora bevuto una birra oggi; voglio aspettare Antonio.
Sarà meglio conosca una buona birreria frequentata da giovani bellezze locali, che ho voglia di bere un po' di spensieratezza dei tempi andati.
Prosit!



martedì 15 maggio 2012

La Zeil e il fiume

06. 27 aprile, 15:00 - Leggermente nuvolo
Dovendo aspettare qualche ora giro a casaccio.
E finalmente trovo la Zeil, la strada commerciale più importante della città con “tutte le marche del mondo”, con “tutti gli standard di turisti”, con “tutti gli odori possibili”. Ecco la civiltà, ecco l’euro che gira.
Ero solo nella (euro) zona sbagliata. Ora posso fare il turista.
La via è abbastanza lunga e finisce in una grossa piazza adibita a mercato. Per la serie: se non avevi i soldi nelle multicateneinternazionali provaci con i liberi professionisti.
Controllo la mappa per virare rotta verso il fiume Meno.
Faccio tutta via del Ciabattino Kurt (Kurt Schumacher Strasse) ed arrivo sul fiume.
E mi sento un po’ a casa.
Il Lungomeno... certo non suona bene come Lungotevere o Lungarno ma in qualche modo faranno anche qui per dire che vanno a fare una passeggiata sul fiume della città.
Il tempo va passato quindi continuo a casaccio verso l’interno.
Incontro un cantiere per un nuovo complesso residenziale proprio dietro i grandi grattacieli che dominano la città. Un braccio meccanico sta raccogliendo tutto il ferro recuperato dalla demolizione e lo posa in un container con una rabbia incredibile. Prende il ferro, lo strizza, lo schiaccia, lo pesta e lo butta su altro ferro già ucciso. Forse l’operaio da bambino sognava di fare questo e si sta divertendo come un matto... questa città forse un po’ di follia nascosta ce l’ha. Girando ho avuto questa impressione.
La conferma mi arriva dopo dieci minuti appena. Attraverso la zona dei ristoranti italiani e trovo una panchina a riposare un po’ le gambe. In lontananza sento una musica dell’est che si avvicina.
Passa un auto rossa tipo quella di Starsky e Huch ma gli interni sono tutti in pelliccia sintetica. Anche il volante. Alla guida una donna di mezza età con un fine senso estetico e vista la sigaretta in bocca anche uno sprezzante senso del pericolo.

L'inizio della Zeil

venerdì 11 maggio 2012

Goethe

05. 27 aprile, 14:10 - leggeri rovesci
Antonio mi fa sapere che prima delle 17:30 non si libera perché ha un po’ di riunioni da fare. Per pranzo decido quindi per la cosa meno ovvia: un doppio wopper (colpa di Diego De Silva e il suo romanzo appena finito in aereo in cui cita una nota catena fast-andfurios-food).
Torno verso la stazione e mi faccio fare il pacchetto da portar via con il mio inglese da sopravvivenza: bere, mangiare, dormire.
Uscito nuovamente dalla stazione mi dirigo verso il parchetto dell’euro, che detto così sembra un modo di dire abituale come “andiamo all’eurospin” o “ci vediamo al parcheggio dell’eurocine”.
Io intendo proprio il parchetto dell’euro, quello grande, mondiale, che inquadrano tutte le telecamere quando si parla di BCE. Una cosa che sembrava un luogo dell’anima ed ora è realtà.
Per andarci cambio strada e faccio una parallela di quella già vista: welcome to Amsterdam, zona rossa. Casinò, motel, pussy bar, karaoke, facce poco raccomandabili ed energumeni di vari nazionalità arabeggianti che sputano in terra.
Devo riuscire a tirar fuori la mia miglior faccia di cazzo che posso perché i loschi figuri quasi si girano al mio passaggio mentre i borghesi che mi incrociano cambiano la faccia passando dal sereno al preoccupato. Chiedo scusa al contribuente francomenista. Se uscirà mai uscirà in libreria questo lo potranno detrarre dalle tasse.
Mangio e sotto un’odiosa, ma neanche troppo, pioggerella cerca un posto coperto.
Camminando smette di piovere, ovviamente, e mi convinco che mi dovrò abituare a questo clima per qualche giorno.
Arrivo ad una grande piazza. Piazza... piazza... la Peppa!
La segnaletica delle vie non è come da noi. Cerco ma non trovo il nome. Forse sono così avanti si legge dall’alto con l’elicottero. Vedi mai che i sampietrini di colore diverso formino il nome. Mah.
C’è un monumento, delle fontanelle con delle statue di tre illustri ignoti con la faccia uguale. Magari è dedicata a Goethe. Sul cellulare ho l’immagine di una cartina di Francoforte scannerizzata. Cerco a tentativi e la trovo: Goethe Platz.
Mi piacerebbe fare una foto carina a questo monumento ma è da mezz’ora che la gente ci si siede sui gradini e ci fa quello che gli pare. Dalle telefonate al picnic proprio. Deve essere una cosa rituale o un po’ banale; da fanatici che da fastidio agli altri turisti... come urlare “eco” in una grotta durante una gita scolastica. Se sei una persona civile risparmi tutti del tuo protagonismo.
Poco più avanti, andandomene, la trovo, la statua di Goethe.
E’ immensa.
E non se la fila nessuno.


giovedì 10 maggio 2012

Francoforte

04. 27 aprile, 13:00 - nuvolo
Arrivo in città.
La stazione mi ricorda un po’ Milano centrale. Ferro e marmo. Chissà chi ha copiato chi...
Esco all’aperto e decido di tirare dritto, così a naso. Non nel senso di droga ma verso i grattacieli del potere e del denaro.
Il mio amico, ed ex collega, Antonio lavora lì; ma non mi risulta ancora possa decidere del mondo... diamogli fiducia.
La strada che porta all’Euro è piena di qualunque tipo di locale e ci sono più di un sexyworld con camere. Negozi erotici forniti di tutto... ma proprio tutto! Ci entrano per lo più signori sui 65 anni. Qui la pensione sanno come fargliela spendere con un sorriso.
Cammino verso il centro ipotetico della città. Non sono un esperto di architettura ma qui hanno in testa vari stili e hanno deciso di alternarli per le vie. A fianco ad una casa in marmo degli anni 30 ci puoi trovare un edificio quadrato tutto di vetro e poi una casa con tetto a punta in stile bavarese o alto atesino. De gustibus. Speriamo mi stupiscano sul fiume Meno.
A proposito di meno... qui fanno a meno delle strisce pedonali come le conosciamo noi. Ci sono aree delimitate da tratteggi. E i semafori pedonali sono di due colori e basta: rosso e verde. Niente giallo per avvisarti. La crisi comincia proprio dal basso?
Vedo un parchetto e mi siedo. Un ragazzo cammina sull’erba e va verso delle scalette che non si capisce bene cosa servano in un parco. Vedo che armeggia con la zip dei pantaloni e sparisce sotto terra. Dopo un minuto riemerge risistemandosi la patta.
Ora ho capito perché l’acqua costa così tanto qui: per evitare un disastro!

mercoledì 9 maggio 2012

Avvicinamento

03. 27 aprile, 11:40 - leggermente nuvolo
Sono finalmente altrove (citando l’amico Valerio Millefoglie).
Giro un po’ finche riesco a trovare l’autobus che porta alla stazione ferroviaria. Ci salgo e mi sistemo in piedi da un parte.
Non passa molto che il giovane giapponese con i calzini bianchi arrivi. Si mette davanti all’autobus e fa una bella foto alla giapponese. Che bello, penso, finirò nel suo album delle vacanze (decido quindi che è in vacanza e non un super consulente della BCE).
Mentre penso a questo passa un suo connazionale che fuma. E fuma male, in modo teatrale...
Ma i giapponesi fumano?
A memoria è il primo che vedo, giuro. Forse in qualche film ma anche lì ricordo che la sigaretta non la sapevano tenere. Non ce l’hanno nel DNA come noi europei. Forse faranno i rutti più grossi del mondo grazie ad una delle loro japposdrink ma è meglio se gli bandiscono le sigarette - a meno di essere attori.
L’autobus parte. Le aiuole e i prati vicino alle strade sono sporche come da noi tra mozziconi e carte. Niente senso di inferiorità. Sta pulizia nordica non la vedo.
Faccio caso ai semafori: enormi dove aspettano o passano migliaia di mercedes e volzwagen. C’è un esasperazione di auto nazionali.
Costeggiamo palazzoni prefabbricati. Anneriti, moderni di un moderno ma più proposto. Il cielo non sembra convintissimo in questa periferia della città.
Ma dove sono? Tra Ivrea e Torino?

martedì 8 maggio 2012

In volo

02. 27 aprile, 9:35 - soleggiato
Chissà perché nel momento preciso in cui l’aereo è sulla pista di decollo con i motori al massimo, a oltre 400 km all’ora - suppongo - e sta per alzarsi fai caso a dettagli prima insignificanti e che in quell’istante ti sembrano addirittura nefasti...
- insegna luminosa di sicurezza (che non riesci a leggere) vicino alle porte che si accende e spegne a ritmo irregolare quasi fosse un cortocircuito;
- riflessi di luce che si muovono vicino alla cabina di pilotaggio (non importa se c’è il sole o no);
- sibilo proveniente dal motore di destra e tu sei seduto nella parte sinistra e non puoi accertarti dal finestrino se sia un bene o un male (ti investi immediatamente del titolo di miglior ingegnere aerospaziale, uno di quelli che dal rumore del rumore capisce tutto, che sia un boing 747 o una vespa px80).
Nel mentre mi faccio la solita considerazione da italiano medio sull’italiano medio: i piloti italiani parlano un inglese pessimo, biascicato e svogliato.
Nulla a che vedere con il loro tedesco: è da ritiro brevetto!
Mentre leggo Diego De Silva, per tenere in allenamento il mio cinico disincanto quotidiano, mi accorgo che il ragazzo giapponese vicino a me, e che sta lavorando al computer - forse un super consulente della BCE - ha le calze di spugna bianca ai piedi...
Non ci si può più fidare nemmeno dei passeggeri.

lunedì 7 maggio 2012

La partenza

01. 27 aprile, 9:05 - soleggiato
Il viaggio comincia assonnato... troppo assonnato.
Ho rischiato di perdere il volo.
Mi ero messo le cuffie e non ho sentito il cambio di gate. Loro non si sono molto impegnati  a ripeterlo, i display informativi non funzionavano e io... sono un coglione, ecco. Imbambolato a guardare una roscetta di fronte a me.
Quando ci siamo messi in fila sembrava tutto ok, a parte il display fermo sul volo delle 7:10 per Praga (che è già un po’ che medito come visita, per vari motivi - “qualcuno sa perché”).
Poi quelle voci continue che parlavano di Atene mi hanno un po’ insospettito. Ho resistito a chiedere e cercato una soluzione senza chiedere come fanno tutti gli uomini quando si perdono.
Dopo novanta secondi, in zona cesarini per l’imbarco, ho chiesto ad un altro uomo, mica alla signora al cellulare che continuava a ripere “Atene Atene Atene”!
Lì in fila il duro ritorno alla realtà: Atene... crisi... reagire...
Una corsa tra tutti i gate e finalmente al D3 c’era scritto Francoforte, per la precisione Alitalia AZ0400 Frankfurt 9:05.
Erano le 9:00. Mi sono imbarcato senza fare fila ma con una montagna d’ansia.
“Mi rilasserò guardando fuori dal finestrino” pensai.
Sbagliato.
Il mio posto lato finestrino era stato rubato da una coppia di anziani.
E’ così mi son seduto lato corridoio, in un altro posto.
Un altro posto...
La cintura era allacciata e il tavolino richiuso: ci stavo andando.

giovedì 3 maggio 2012

E' finita la crisi?

La mia si.
Questo diario racconterà di un viaggio nel cuore della crisi economica... a Francoforte.
Sarà il pretesto per raccontare altro, un viaggio nel mio universo (che a chiamarlo solo cuore non ce la faccio).

"E poi dicono che l'euro sta bene... C'è già il pronto soccorso!"