venerdì 11 maggio 2012

Goethe

05. 27 aprile, 14:10 - leggeri rovesci
Antonio mi fa sapere che prima delle 17:30 non si libera perché ha un po’ di riunioni da fare. Per pranzo decido quindi per la cosa meno ovvia: un doppio wopper (colpa di Diego De Silva e il suo romanzo appena finito in aereo in cui cita una nota catena fast-andfurios-food).
Torno verso la stazione e mi faccio fare il pacchetto da portar via con il mio inglese da sopravvivenza: bere, mangiare, dormire.
Uscito nuovamente dalla stazione mi dirigo verso il parchetto dell’euro, che detto così sembra un modo di dire abituale come “andiamo all’eurospin” o “ci vediamo al parcheggio dell’eurocine”.
Io intendo proprio il parchetto dell’euro, quello grande, mondiale, che inquadrano tutte le telecamere quando si parla di BCE. Una cosa che sembrava un luogo dell’anima ed ora è realtà.
Per andarci cambio strada e faccio una parallela di quella già vista: welcome to Amsterdam, zona rossa. Casinò, motel, pussy bar, karaoke, facce poco raccomandabili ed energumeni di vari nazionalità arabeggianti che sputano in terra.
Devo riuscire a tirar fuori la mia miglior faccia di cazzo che posso perché i loschi figuri quasi si girano al mio passaggio mentre i borghesi che mi incrociano cambiano la faccia passando dal sereno al preoccupato. Chiedo scusa al contribuente francomenista. Se uscirà mai uscirà in libreria questo lo potranno detrarre dalle tasse.
Mangio e sotto un’odiosa, ma neanche troppo, pioggerella cerca un posto coperto.
Camminando smette di piovere, ovviamente, e mi convinco che mi dovrò abituare a questo clima per qualche giorno.
Arrivo ad una grande piazza. Piazza... piazza... la Peppa!
La segnaletica delle vie non è come da noi. Cerco ma non trovo il nome. Forse sono così avanti si legge dall’alto con l’elicottero. Vedi mai che i sampietrini di colore diverso formino il nome. Mah.
C’è un monumento, delle fontanelle con delle statue di tre illustri ignoti con la faccia uguale. Magari è dedicata a Goethe. Sul cellulare ho l’immagine di una cartina di Francoforte scannerizzata. Cerco a tentativi e la trovo: Goethe Platz.
Mi piacerebbe fare una foto carina a questo monumento ma è da mezz’ora che la gente ci si siede sui gradini e ci fa quello che gli pare. Dalle telefonate al picnic proprio. Deve essere una cosa rituale o un po’ banale; da fanatici che da fastidio agli altri turisti... come urlare “eco” in una grotta durante una gita scolastica. Se sei una persona civile risparmi tutti del tuo protagonismo.
Poco più avanti, andandomene, la trovo, la statua di Goethe.
E’ immensa.
E non se la fila nessuno.


2 commenti:

  1. Con la faccia di cazzo migliore che posso
    Cammino sotto la pioggerellina e poi smette di piovere
    Chiedo scusa al contribuente francomenista
    Trovo Piazza la Peppa che poi è Piazza Goethe...

    RispondiElimina
  2. Nota: il precedente commento va letto (o cantato) con fare Zampaglioneggiante
    Trk

    RispondiElimina