martedì 8 maggio 2012

In volo

02. 27 aprile, 9:35 - soleggiato
Chissà perché nel momento preciso in cui l’aereo è sulla pista di decollo con i motori al massimo, a oltre 400 km all’ora - suppongo - e sta per alzarsi fai caso a dettagli prima insignificanti e che in quell’istante ti sembrano addirittura nefasti...
- insegna luminosa di sicurezza (che non riesci a leggere) vicino alle porte che si accende e spegne a ritmo irregolare quasi fosse un cortocircuito;
- riflessi di luce che si muovono vicino alla cabina di pilotaggio (non importa se c’è il sole o no);
- sibilo proveniente dal motore di destra e tu sei seduto nella parte sinistra e non puoi accertarti dal finestrino se sia un bene o un male (ti investi immediatamente del titolo di miglior ingegnere aerospaziale, uno di quelli che dal rumore del rumore capisce tutto, che sia un boing 747 o una vespa px80).
Nel mentre mi faccio la solita considerazione da italiano medio sull’italiano medio: i piloti italiani parlano un inglese pessimo, biascicato e svogliato.
Nulla a che vedere con il loro tedesco: è da ritiro brevetto!
Mentre leggo Diego De Silva, per tenere in allenamento il mio cinico disincanto quotidiano, mi accorgo che il ragazzo giapponese vicino a me, e che sta lavorando al computer - forse un super consulente della BCE - ha le calze di spugna bianca ai piedi...
Non ci si può più fidare nemmeno dei passeggeri.

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